Ursa Minor – Anna Rossi
Autrice: Anna Rossi
Editore: FusibiliaLibri
Collana: connessioni
Anno 2024
pp. 216
formato 14×21
16,00 euro
ISBN 9788898649983
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Nel suo esordio letterario, Ursa Minor, Anna Rossi raccoglie quattro racconti imperniati su vicende e personaggi storici. L’autrice attraversa nei secoli le vite dei pittori Jan Vermeer e Gustav Klimt, della sfortunata poeta Teresa Wilms Montt, fino all’orrore del genocidio armeno, sempre con una tensione narrativa misurata ma al contempo intensa. Il titolo del libro trae nome della costellazione nella quale, secondo la mitologia greca, fu trasformata la ninfa cretese Cynosura (coda del cane). Chiunque osservi il cielo in una notte d’estate si accorge però che le stelle dell’Orsa Minore sono sette, mentre questi racconti sono solo quattro, come gli astri che formano il Piccolo Carro: Kochab, Pherkad, Alifa, Eta. Presso culture più antiche la costellazione veniva chiamata Ala del Dragone, nome oggi del tutto dimenticato.
dalla prefazione di Romeo Bufalo:
Il senso in cui si possono leggere queste pagine ci viene segnalato dall’Autrice stessa già nella Premessa, in cui si legge che le quattro ‘vicende’, come preferisce, non senza ragione, chiamarle, di cui si compone il libro vogliono esprimere “le ingiustizie che il tempo infligge ai comuni mortali chiamati a confrontarsi con eventi più grandi di loro”. In tal senso, quella di Rossi, più che una narrazione in senso classico, è una testimonianza, come testimoniale e documentale è buona parte dell’arte contemporanea, il cinema soprattutto, ma anche la poesia, la pittura, la musica. Questi racconti, se vogliamo continuare a chiamarli così, ci confermano, in sostanza, che il terreno su cui si dispiega l’arte del nostro tempo non è più un territorio estetico, ma etico e, più latamente, etico-politico. Specie dopo che, nel cuore del ’900, un evento epocale, l’esperienza dei Campi, la Shoah, di cui in due dei racconti della raccolta, Immagini dal silenzio e L’oro di Vienna, si intravvede, in controluce, qualche orribile segno, ha letteralmente cambiato il mondo e il nostro modo di vederlo e di rappresentarlo. La devastazione dell’umano, le fratture e il dolore indicibile che hanno segnato in modo irreversibile il ’900, e che compaiono in tutte le vicende narrate da Rossi, ci chiedono, sì, di essere rappresentati, ma in un senso che non sia solo artistico, bensì anche, e soprattutto, etico, o etico-giuridico; come quando si ‘rappresentano’ le ragioni di qualcuno in un tribunale. In altri termini, le immagini del mondo, anche quelle evocate dalla scrittura, piana e senza fronzoli, di Anna Rossi, ci richiedono non una rappresentazione ‘bella’, ma ‘giusta’.
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Anna Rossi è nata a Messina il 5 novembre del 1945. Dopo la maturità classica al Liceo Maurolico si è laureata in Biologia. Lasciata la Sicilia, per un lungo periodo ha vissuto a Roma dove ha insegnato e frequentato diversi laboratori. Dal 1984 vive a Zurigo dove ha approfondito la ricerca scientifica. Da sempre si applica alla scrittura, dedicandosi in particolare alle biografie di personaggi che hanno lasciato il segno in campi diversi: dalla storia dell’arte, alla politica, alla scienza, dall’alto Medioevo al Novecento. Ama la fotografia, soprattutto in bianco e nero, e la pittura, a cui si è dedicata negli anni passati. Nel dicembre del 2021 è uscito sulla rivista online di astrofisica “Gerbertus”, vol. xv, un lungo racconto dal titolo Il Calligrafo.
Romeo Bufalo si è formato alla Scuola messinese di Galvano Della Volpe sotto la guida di Mario Rossi, Nicolao Merker e Lia Formigari. Ha insegnato a lungo Estetica e Istituzioni di Estetica presso l’Università della Calabria. I suoi interessi sono stati rivolti al recupero della dimensione sensibile dell’esperienza umana in chiave antidualistica ed antiessenzialistica. Ha scritto su Kant, Diderot, Hegel, Bergson, Bachelard, Dewey, Della Volpe, Galluppi, Campanella. Tra i suoi volumi: La forma del sentimento (1984); Piacere e bellezza (2000); Il comico tra estetica e filosofia (2001); L’esperienza precaria. Filosofie del sensibile (2006); Il mondo che appare. Storie di fenomeni (2011); Arti, linguaggio, tecnica. Per un’estetica dei mezzi espressivi (2018); L’inquietudine dell’Altro. Ospitalità e pensiero mediterraneo (2021).