LETTERA DI IPAZIA A TEONE – Antonella Rizzo

Giu 11, 2017 by

Lettera di Ipazia a Teone

Autrice: Antonella Rizzo
Editore: FusibiliaLibri
Collana: Palco (collezione di teatro)
Anno 2017
pp. 56
formato 17×12
11,00 euro
ISBN 9788898649402

 

 

 

disponibile su fusibilia@gmail.com

8 marzo 415: la filosofa e scienziata greca Ipazia viene massacrata dai cristiani Parabolani, accoliti del vescovo Cirillo, che la Chiesa cattolica annovera tra i suoi padri e dottori. Ipazia è così riconosciuta come simbolo del martirio per il libero pensiero. Antonella A. Rizzo le ha ridato voce in un’immaginaria lettera, uno struggente testamento emotivo al padre Teone. Micaela Latini ha scritto l’introduzione, Tonia Losco ha firmato l’appendice. La plaquette sarà in tiratura limitata. 

dalla prefazione di Micaela Latini:

[…] Con lucida crudeltà, il suo corpo è stato dilaniato, smembrato, fatta a pezzi, bruciato. Attaccare lei ha significato colpire la cultura e l’atmosfera di tolleranza. Resta la sua voce come una presenza resistente, che Antonella Rizzo qui ci ha voluto e saputo restituire, sottraendola alla cenere. Una lezione tanto più importante in questi tempi infausti di violenza feroce sulle donne. Sta a noi il compito di accogliere questa eredità e di renderla “opera viva”, imparando a guardare il mondo (e il firmamento) con i suoi occhi.

 

dalla postfazione di Tonia Losco:

Le fonti sono concordi nel riferire che, nonostante fosse donna, Ipazia avesse un forte ascendente sui capi della città di Alessandria, in particolare sul governatore Oreste. Non vi sono però indicazioni che tra i due vi fosse un legame affettivo, né che Oreste fosse stato un suo discepolo. […] Perché allora questa donna è diventata un simbolo? […] La sua tragica morte ad opera di una folla inferocita di uomini artefici di un crimine brutale, e la sua cultura hanno fatto sì che diventasse un simbolo. La letteratura e la storiografica l’hanno dipinta come un’icona di libertà, di tolleranza, di scienza al femminile, pur non essendoci fonti a confermarlo. Uomini di scienza e di arte di ogni tempo si sono interessati a Ipazia: Pierre de Fermat, Chateaubriand, Voltaire, Proust, Toland, Fielding, Diderot, Gibbon, Wieland, Péguy, Leopardi, Monti, Pascal, Luzi, Calvino e molti altri.

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Antonella Rizzo è nata a Roma nel 1967 e vive in provincia di Latina. È poeta, scrittrice, docente, giorna-lista, performer. Ha pubblicato le sillogi poetiche Il sonno di Salomè, Tracce, 2012; Confessioni di una giovane eretica, Lepisma, 2013; Cleopatra. Divina Donna d’Inferno, FusibiliaLibri, 2014; Iratae (pièce teatrale) con Maria Carla Trapani, FusibiliaLibri, 2015; Plethora, Nuove Edizioni Aldine, direzione editoriale di Antonio Veneziani, 2016. Per FusibiliaLibri ha curato il volume Haiku. Come fiori di ciliegio, 2014, scaturito dal laboratorio poetico realizzato con gli alunni di un istituto comprensivo, e l’antologia Il morso verde. Racconti dalle acque dell’invidia, 2016. È presente in molte antologie di poesia contemporanea e partecipa ad eventi culturali di carattere nazionale e internazionale, cortometraggi, pièces teatrali, in collaborazione con artisti visivi e musicisti. Scrive recensioni letterarie e musicali sul quotidiano di informazione on line “Giroma” e cura la rubrica Indicazioni sul periodico culturale “Diwali rivista contaminata”.

Micaela Latini è professore aggregato di Letteratura tedesca presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale. Ha pubblicato numerosi articoli e contributi su riviste e volumi internazionali. Tra le sue pubblicazioni: Il possibile e il marginale. Studio su Ernst Bloch, Mimesis, 2005, e due monografie su Thomas Bernhard: La pagina bianca, Mimesis, 2010, e Il museo degli errori, Albo Versorio 2011, entrambe di prossima pubblicazione in edizione tedesca per la casa editrice K&N, con un premio SEPS. Attiva nel campo delle traduzioni, ha curato un’edizione critica degli scritti letterari di Ernst Bloch (Ornamenti. Arte, filosofia, letteratura, Armando, 2012), una nuova edizione dell’Uomo senza qualità di Robert Musil, Newton Compton, 2013, (con T. Griffero) l’edizione italiana del volume di Joachim Ritter, Estetica e modernità, Marinotti, 2013, e (con A. Campo), Dieci anni di estetica tedesca, Aesthetica, 2013. Ha infine curato (con A. Meccariello) il volume L’uomo e la sua fine, Asterios, 2014.

Tonia Losco nasce nel 1975 a Ottaviano, in provincia di Napoli. Si laurea nel 2003 in Fisica dello Stato Solido presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. La sua carriera scientifica prosegue con un’importante collaborazione con il laboratorio N.E.S.T. (National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology) della Scuola Normale Superiore di Pisa come assegnista di ricerca sul programma “Laser a cascata quantica e fotonica Terahertz (THz)”, anni in cui frequenta la Scuola di Dottorato “Galileo Galilei” dell’Università degli Studi di Pisa, conseguendo nel 2008 il titolo di Dottore di Ricerca in Fisica Applicata. Con la sua ricerca ha contribuito in maniera cruciale all’implementazione industriale dei laser a cascata quantica a bassa frequenza. Tra il 2007 e il 2012 collabora con le Università di Milano e Pavia su ricerche applicate a dispositivi fotovoltaici e nanomateriali per la rivelazione ottica di sostanze chimiche come stupefacenti e inquinanti. Attualmente insegna matematica e fisica nelle scuole secondarie di secondo grado. Nel 2013 fonda l’associazione culturale “Hypatiae Arte e Scienza” che intende proporre contesti di cultura pubblica e condivisa, seguendo l’esempio di Ipazia di Alessandria di Egitto che diffondeva cultura con indosso il tribon, mantello dei filosofi. Dal 2015 cura l’organizzazione della rassegna “La luce nell’arte e nella scienza”, con il patrocinio dell’Unesco, in cui artisti e scienziati anche di fama internazionale (tra cui Adriano Zecchina, Alberto Diaspro, Giuliano Collina, Mario Rasetti e Paola Castagnoli) interagiscono con il pubblico sul tema della luce nella più ampia accezione del termine. Organizza e crea occasioni di dialogo tra artisti, scienziati e pubblico che da Pavia approdano a Genova, Pozzuoli e infine a Minori, dove lo scorso settembre si è svolto “Hypatiae Festival”, che ha compreso illustri ospiti, come Zhiti Visar, capo missione dell’ambasciata di Albania presso la Santa Sede, nonché poeta, e Manuela Arata, ideatrice e organizzatrice del “Festival della Scienza di Genova”.